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Misurare la qualità delle immagini
Immagini digitali
Definire e misurare la qualità delle immagini
Avvertenza: per questo capitolo occorrono conoscenze pregresse in gestione del colore, elaborazione e tecnica fotografica.
Introduzione
Con il declino della produzione di pellicole analogiche e il conseguente abbandono dei microfilm, l’archiviazione digitale a lungo termine è diventata un tema di grande interesse. Il che è senz’altro un bene, dato che non emerge unicamente la questione fondamentale delle modalità di archiviazione dei dati digitali.
Innanzitutto, vale infatti la pena di chiarire quali requisiti tecnici debbano soddisfare le immagini digitalizzate per risultare idonee all’archiviazione a lungo termine.
Considerata la diffusione dello standard di interoperabilità IIIF (https://iiif.io), che permette di confrontare i dati dei file immagine su varie piattaforme, questo compito non può più essere ignorato per la sua particolare urgenza.
Quali sono i criteri più importanti da considerare nel campo dell’archiviazione digitale a lungo termine delle fotografie?
Per Michael Pfeiffer, scienziato dell’informazione, la trasparenza e la conoscenza della procedura adottata sono fattori assai importanti nell’archiviazione digitale a lungo termine.
0:44 minuti
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Il presente contributo affronta il problema di come definire la qualità dei dati dei file immagine. Alla base c’è un principio che riscuote il consenso generale:
Se gli oggetti digitali devono essere conservati per secoli è indispensabile che soddisfino requisiti chiari e ben documentati.
Se non si rispetta questo criterio sarà sempre più difficile giustificare i costi elevati e ricorrenti dell’archiviazione digitale a lungo termine e della visualizzazione dei contenuti.
Analogo consenso riguarda la possibilità di trasferire da un supporto all’altro e copiare con la massima precisione i dati generati dalla digitalizzazione, riducendo al minimo le difformità dagli originali per garantire una gamma di utilizzi ampia e illimitata.
Nel caso delle fotografie, tra l’altro, ci si trova di fronte a materiali che si disgregano e i cui processi di degradazione possono essere solo rallentati, ma non arrestati, predisponendo condizioni di conservazione adeguate.
Ulteriori informazioni su come conservare e archiviare al meglio originali fotografici
Come conservare correttamente le foto
Gli standard di qualità per il processo di digitalizzazione puntano a ridurre al minimo le differenze rispetto all’originale.
Quello che sopravvivrà, questa è la speranza, sarà la sua rappresentazione digitale.
L’impegno per la standardizzazione
Quali sono gli standard qualitativi da applicare nel campo dell’archiviazione digitale a lungo termine delle fotografie?
Michael Pfeiffer, scienziato dell’informazione, presenta i tre standard riconosciuti a livello internazionale - con le relative classi di qualità - per digitalizzare le fotografie e archiviarle a lungo termine.
1:30 minuti
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Nell’ultimo decennio sono stati sviluppati alcuni standard utili per garantire la qualità dei dati delle immagini digitali.
FADGI
Il più importante è il FADGI (http://www.digitizationguidelines.gov), elaborato negli USA: nelle istituzioni culturali americane, queste linee guida avviate nel 2004 sono parte integrante del dibattito sulla qualità americano dal 2007. A seconda dei materiali originali, un sistema di analisi e valutazione da una a quattro stelle delinea le differenti tolleranze, che devono essere rispettate durante la digitalizzazione. La versione attuale comprende sia i supporti trasparenti (negativi e diapositive) sia quelli che riflettono la luce (fotografie, grafica, dipinti ecc.).
Metamorfoze
Un altro interessante sistema di linee guida è Metamorfoze (https://www.metamorfoze.nl), sviluppato da Hans van Dormolen su incarico dell’olandese Rijksmuseum, la cui finalità principale è ridurre al minimo le differenze cromatiche nel processo di digitalizzazione delle riproduzioni di opere pittoriche.
Norma ISO TS 19264-1
Ai due standard citati si è aggiunta di recente la norma ISO TS 19264-1 [1] , approvata nel 2017. Nella prima parte di questa norma vengono descritti i criteri corretti di digitalizzazione per i materiali fotografici che riflettono la luce, mentre la seconda parte, di prossima pubblicazione, si occuperà dei supporti trasparenti.
FADGI
Il più importante è il FADGI (http://www.digitizationguidelines.gov), elaborato negli USA: nelle istituzioni culturali americane, queste linee guida avviate nel 2004 sono parte integrante del dibattito sulla qualità americano dal 2007. A seconda dei materiali originali, un sistema di analisi e valutazione da una a quattro stelle delinea le differenti tolleranze, che devono essere rispettate durante la digitalizzazione. La versione attuale comprende sia i supporti trasparenti (negativi e diapositive) sia quelli che riflettono la luce (fotografie, grafica, dipinti ecc.).
Metamorfoze
Un altro interessante sistema di linee guida è Metamorfoze (https://www.metamorfoze.nl), sviluppato da Hans van Dormolen su incarico dell’olandese Rijksmuseum, la cui finalità principale è ridurre al minimo le differenze cromatiche nel processo di digitalizzazione delle riproduzioni di opere pittoriche.
Norma ISO TS 19264-1
Ai due standard citati si è aggiunta di recente la norma ISO TS 19264-1 [1] , approvata nel 2017. Nella prima parte di questa norma vengono descritti i criteri corretti di digitalizzazione per i materiali fotografici che riflettono la luce, mentre la seconda parte, di prossima pubblicazione, si occuperà dei supporti trasparenti.
Il comune denominatore di tutte le linee guida
Il comune denominatore di tutti questi sforzi è il desiderio di individuare dei criteri di misurazione facilmente comprensibili che permettano di valutare la qualità di un’immagine digitalizzata.
Dal punto di vista del metodo le norme differiscono tra loro per le modalità e gli strumenti con i quali misurare la rispondenza ai criteri, oltre che per l’interpretazione delle tolleranze entro cui un criterio di qualità è ritenuto accettabile.
Dal punto di vista del metodo le norme differiscono tra loro per le modalità e gli strumenti con i quali misurare la rispondenza ai criteri, oltre che per l’interpretazione delle tolleranze entro cui un criterio di qualità è ritenuto accettabile.
Confronto tra valori teorici e reali utilizzando target
Un principio comune a tutti questi sforzi di standardizzazione è quello della comparazione tra valori teorici e reali. Le varie norme richiedono di confrontare da cinque a oltre tredici differenti criteri optomeccanici e digitali. A questo scopo si impiegano strumenti di misurazione specifici, i cosiddetti target.
Le immagini stampate e i campioni dei target riportano i valori teorici di riferimento.
I target differiscono tra loro in base alle singole norme e non è possibile misurare con ogni target tutti i criteri previsti da ciascuna norma.
I target differiscono tra loro in base alle singole norme e non è possibile misurare con ogni target tutti i criteri previsti da ciascuna norma.
Metamorfoze
Technical targets
Metamorfoze descrive con grande precisione i campi di applicazione e di utilizzo dei target (cfr. Linee guida per la digitalizzazione di Metamorfoze, p. 29).
Technical targets
Metamorfoze descrive con grande precisione i campi di applicazione e di utilizzo dei target (cfr. Linee guida per la digitalizzazione di Metamorfoze, p. 29).
Valori Lab teorici
Sulla test chart sono stampati i valori Lab teorici corrispondenti di tutte le patch, in modo da essere documentati e leggibili anche da un operatore umano.
Per l’archiviazione digitale a lungo termine si tratta di un vantaggio notevole ma solo se la test chart o il target oltre a essere digitalizzati rimangano allegati al documento, cioè possono essere salvati e archiviati insieme.
Certamente questa soluzione implica qualche MB o GB di spazio di memoria ma la possibilità tecnica di tracciare i criteri di qualità dell’immagine la rende più che giustificata. Se le tecnologie attuali o future scompariranno, le generazioni future avranno la possibilità di ricostruire i dati nel modo più fedele possibile all’originale basandosi su questi valori teorici stampati e allegati, grazie all’affidabilità di standard come Metamorfoze.
Sulla test chart sono stampati i valori Lab teorici corrispondenti di tutte le patch, in modo da essere documentati e leggibili anche da un operatore umano.
Per l’archiviazione digitale a lungo termine si tratta di un vantaggio notevole ma solo se la test chart o il target oltre a essere digitalizzati rimangano allegati al documento, cioè possono essere salvati e archiviati insieme.
Certamente questa soluzione implica qualche MB o GB di spazio di memoria ma la possibilità tecnica di tracciare i criteri di qualità dell’immagine la rende più che giustificata. Se le tecnologie attuali o future scompariranno, le generazioni future avranno la possibilità di ricostruire i dati nel modo più fedele possibile all’originale basandosi su questi valori teorici stampati e allegati, grazie all’affidabilità di standard come Metamorfoze.
I testi di questo corso di formazione online prendono spunto dagli articoli realizzati da diversi autori per i manuali dedicati ai rispettivi argomenti (pubblicati in Rete sul sito https://www.lichtbild-argentovivo.eu e usciti con la licenza CC BY 4.0). I testi dei manuali sono stati adattati dagli operatori del progetto Argentovivo per renderli fruibili nell’ambito di un corso online.