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La storia della macchina fotografica
Dalla storia della macchina fotografica
Dal dagherrotipo allo smartphone
Per arrivare dal primo apparecchio fotografico alle fotocamere che conosciamo oggi, ci vollero parecchie invenzioni rivoluzionarie. Sulla scorta dei diversi apparecchi, vediamo quali furono le pietre miliari nell’evoluzione della tecnica fotografica, con brevi cenni alle tendenze tecnologiche più salienti.
1839 – L’apparecchio fotografico a standarte mobili
Nel 1839 Alphonse Giroux costruisce la prima fotocamera commerciale a standarte mobili. L’apparecchio in legno poggia su un cavalletto, è pesante, ma l’utilizzo è semplice: per mettere a fuoco il soggetto, la standarta posteriore, mobile, con il vetro satinato e la lastra emulsionata, viene avvicinata o allontanata da quella anteriore che sostiene l’obiettivo. Il fotografo, coperto da un telo nero, guarda l’immagine attraverso il vetro smerigliato. La luce attraversa l’obiettivo togliendo il tappo, che funziona da otturatore, e impressiona la lastra. Le emulsioni sono poco sensibili e i tempi di posa, perciò, sono molto lunghi e dipendono dall’illuminazione diurna che i tendaggi dell’atelier lasciano passare.
1849 – La fotocamera stereoscopica
Nel 1849 Sir David Brewster costruisce il primo apparecchio stereoscopico, dotato di due obiettivi, per apprezzare panorami in tre dimensioni: la passione per la fotografia dilaga.
1888 – Kodak No. 1: fotocamera con pellicola in rullo
Le grandi e pesanti macchine fotografiche in legno, non più adatte alle esigenze di una società dinamica e frettolosa, vengono sostituite da apparecchi leggeri e maneggevoli.
dal 1884 – Le pellicole in rullo sostituiscono le lastre fotografiche e rendono l’attività fotografica più semplice e flessibile.
Nel 1884 vengono prodotte le pellicole in rullo e la loro sensibilità aumenta, riducendo così il tempo di posa.
Alla fine del XIX secolo compaiono le prime macchine Kodak in grande e medio formato più adatte al fotogiornalismo, all’alpinismo, ai reportage di guerra, ecc. Costruite in latta o alluminio, munite di mirino per l’inquadratura e obiettivo ribaltabile, favoriscono la mobilità del fotografo che le può tenere in mano e in tasca: un unico apparecchio basta per il ritratto in studio e la cattura “al volo” dei fatti di cronaca. È l’era della fotografia dinamica.
Alla fine del XIX secolo compaiono le prime macchine Kodak in grande e medio formato più adatte al fotogiornalismo, all’alpinismo, ai reportage di guerra, ecc. Costruite in latta o alluminio, munite di mirino per l’inquadratura e obiettivo ribaltabile, favoriscono la mobilità del fotografo che le può tenere in mano e in tasca: un unico apparecchio basta per il ritratto in studio e la cattura “al volo” dei fatti di cronaca. È l’era della fotografia dinamica.
La fotografia si sviluppa maggiormente con la sua diffusione in grande scala tra il vasto pubblico. Nel 1888 Kodak produce la sua No. 1 per il fotografo amatoriale: una macchina fotografica meccanica a rullo, senza mirino, da direzionare verso il soggetto e scattare – “You press the button, we do the rest”. Tradotto in italiano “Tu premi il pulsante, al resto pensiamo noi”. Il cliente deve solo inviare il rullo in medio formato e le fotografie gli tornano sviluppate su carta. Se ne venderanno milioni di esemplari.
1925 – La fotocamera a formato ridotto (35 mm)
La prima Leica viene sviluppata nel 1911 ma compare sul mercato solo nel 1925. La sua fortuna sono la minuziosa progettazione, il formato della pellicola in 35 mm ancora oggi in uso e le dimensioni “tascabili”. Munita di mirino a telemetro accoppiato all’obiettivo ed esposimetro per regolare tempo di scatto e diaframma, negli anni trenta del Novecento diverrà l’apparecchio dei grandi fotografi di fama mondiale.
1936 – Le fotocamere a formato minimo o “miniaturizzate”
La prima macchina fotografica “miniaturizzata” Minox con negativi da 6,5 × 9 mm compare nel 1936. Da allora le macchine fotografiche amatoriali diventano più piccole e così maneggevoli da non sembrare nemmeno apparecchi fotografici.
1950 – La fotocamera compatta
Negli anni Cinquanta-Sessanta compare sul mercato una serie di modelli, fra i quali la Duca della Durst, che puntano a diffondere una macchina leggera, tascabile e semplice da usare.
1970 – La fotocamera a medio e grande formato
Motorizzata, a pentaprisma, esposimetro TTL, autofocus, con otturatore a tendina, elettronica, con flash incorporato: tra gli anni settanta e novanta gli apparecchi incontrano un impulso tecnologico sempre maggiore.
I fotografi professionisti apprezzano gli sviluppi tecnologici nel medio e grande formato, ad esempio Hasselblad, che offrono un ampio spettro di fotocamere e di obiettivi sempre più sofisticati.
1981 – La fotocamera digitale
1999 – Il telefono cellulare con fotocamera integrata
Nel 2002 viene annunciata al mondo la nascita di un pixel (picture element) che cattura la luce rossa, verde e blu: partita dal film, l’immagine finisce per approdare allo strato sensibile digitale. Nel frattempo questa tecnologia viene applicata ai dorsi digitali da 100 Megapixel accoppiati a importanti macchine medio formato di grande qualità, come la Hasselblad, e ai cellulari.
Quale ruolo svolge la fotografia ai giorni nostri?
Floriano Menapace, storico della fotografia e fotografo, parla della diffusione delle immagini che sempre più spesso sostituiscono le parole.
1:33 minuti
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I testi di questo corso di formazione online prendono spunto dagli articoli realizzati da diversi autori per i manuali dedicati ai rispettivi argomenti (pubblicati in Rete sul sito https://www.lichtbild-argentovivo.eu e usciti con la licenza CC BY 4.0). I testi dei manuali sono stati adattati dagli operatori del progetto Argentovivo per renderli fruibili nell’ambito di un corso online.